venerdì 30 maggio 2014

Piccolo faro di patate e seppie

Sogni di una cena di mezz'estate? Voglia di mare? Zampironi già pronti sul terrazzo? E magari anche una bottiglia di vino bianco a raffreddare? Che questi scenari siano realtà o bellissimi sogni, questa è la ricetta che fa per voi!
Semplice da preparare, pochi ingredienti e sapori decisi, il classico piatto da cena sul balcone, il secondo buono anche tiepido, che non può non presentarsi bene. Adoro l'abbinamento sughetto delle seppie-patate morbide ma con crosticina croccante. Il tutto reso profumatissimo grazie alle olive Taggiasche e ad una salsina al basilico. 
Ecco la mia proposta per una cenetta a lume di zampirone.





INGREDIENTI per 4 persone

500 gr di seppie pulite
3 patate gialle
olive Taggiasche denocciolate
1/2 bicchiere di vino bianco fermo
2 spicchi d'aglio
una manciata di basilico fresco
1 cucchiaio di pinoli
olio e.v.o.
olio di semi
peperoncino
sale q.b.




Preriscaldate il forno a 180º. Sbucciate le patate, tagliatele a fette spesse mezzo centimetro e sbollentatele in acqua per 5 minuti. Tenete l'acqua di cottura. Disponete le fettine scolate su una teglia ampia coperta di carta forno e unta con un filo d'olio e.v.o. Aggiungete una manciata di olive, sale e peperoncino. Cuocere per circa 30 minuti e successivamente fate riposare in forno caldo. Nel frattempo, lavate le seppie, asciugatele e tagliatele a dadini. Soffriggete due spicchi d'aglio in un filo d'olio e.v.o. e tuffatevi le seppie. Saltatele per un paio di minuti, salatele e sfumate con il vino bianco. Aggiungete olive a piacere e di tanto in tanto, quando il pesce tenderà ad asciugarsi, un cucchiaio d'acqua di cottura delle patate. Le seppie saranno pronte in 45 minuti circa. Preparate la salsina al basilico, una sorta di pesto, frullando una manciata di foglie, un cucchiaio di pinoli, olio di semi aggiunto poco alla volta e un pizzico di sale, fino ad ottenere una cremina piuttosto liquida. Impiattate stratificando patate e seppie, completando con qualche oliva e un filo di salsina al basilico. Decorate a piacere con basilico fresco.

Buon appetito,

M.


giovedì 29 maggio 2014

della serie NOTTE PRIMA DELL'ESAME: bruttolose della mamma

Le lezioni finiscono, i nostri tapperware da schiscetta vengono messi a riposo. Insalate di riso, panini e yogurt ottengono una promozione: diventano i piatti forti del picnic al lago. Lago, sole, il profumo delle creme solari… Estate aspettami, arriverò anche io! Siamo universitarie e questo è periodo di ESAMI
Non tutti i mali vengono per nuocere perché ho qualcosa anche per questa occasione: le mie bruttolose, meglio, le bruttolose della mamma!
Al quarto anno di giurisprudenza ho perso il conto degli esami fatti ma una cosa non la dimenticherò mai: il dolcetto della notte prima dell'esame che mia mamma mi prepara ancora adesso.
Ci sono state sessioni d'esami in cui andava per la maggiore la crema pasticcera calda: per calmarmi i nervi mia mamma mi preparava la crema (in realtà una versione tutta sua dove gli ingredienti venivano un po' dimezzati, un po' raddoppiati!). Dopo essersi accorta che alla fine della sessione ero ingrassata quattro chili e lo stress da esame si trasformava in stress da bilancia, abbiamo cambiato rotta.
Vi propongo questi specie di muffin, non è che per forza devono uscirvi brutti (alcuni escono carini)! 
Ma la notte prima dell'esame a chi importa se sono belli?
E' una ricetta semplicissima con ingredienti che abbiamo sempre a disposizione, l'ideale anche per studenti e studentesse fuori sede.
La mia versione è vagamente "dietetica" perché dopo la sessione estiva mi piacerebbe tanto andare al mare ed entrare nei costumi dello scorso anno: se siete proprio disperati ricopriteli di Nutella!
Ho deciso di chiamare questa ricettina "le bruttolose della mamma" anche perché l'ingrediente principale, lo yogurt, lo prepara mia mamma con la sua macchinetta per lo yogurt di cui va fierissima!


INGREDIENTI per 12 muffin:
N°1 vasetto di yogurt magro;
N° 3 uova;
 Olio d'oliva (se preferite va bene anche l'olio di semi): tre quarti del vasetto di yogurt che potete usare per le misurazioni;
N°2 vasetti di farina integrale o farina di farro (va benissimo anche la farina bianca!);
Un vasetto e mezzo di zucchero grezzo di canna;
Una bustina di lievito;
Un pizzico di sale;
N° 1 vasetto di fecola di patate;
Cacao o Nesquik;



PROCEDIMENTO: in una ciotola piuttosto grande versate tutti gli ingredienti, cominciare dallo yogurt e dalle uova piuttosto che da farina e lievito, non cambierà il vostro golosissimo risultato!
Aiutandovi con un frullino elettrico amalgamate bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere una crema chiara e senza grumi.
Iniziate a versare metà della crema nei dodici pirottini da muffin. Alla restante crema unite il cacao fino a colorarla e renderla irresistibilmente cioccolatosa. Versate la crema al cacao nei pirottini, sopra quella più chiara; con l'aiuto del retro di un cucchiaio mischiate leggermente le creme per un effetto "marmorizzato".
In forno (180 gradi) per una ventina di minuti e il gioco è fatto!




Buon appetito e in bocca al lupo a tutti per i vostri esami!
F.

mercoledì 28 maggio 2014

Crocchette ceci, tonno e crescenza di capra

Morbido o croccante? Non so proprio cosa scegliere. Nel piatto goloso per definizione devono esserci entrambi, senza ombra di dubbio. La crocchetta penso sia l'esponente principale di questo concetto, croccante fuori, morbida dentro. La mia idea è una crocchetta che impiega poco tempo, pochi ingredienti, pochissime calorie, perfetta come finger food o antipastino saporito ma leggero. 
Ecco come potrete prepararle anche voi!



INGREDIENTI per 4 persone

200 gr di ceci precotti
1 scatoletta di tonno all'olio extravergine d'oliva (o al naturale, se preferite)
100 gr di crescenza caprina
semi di sesamo
pangrattato 
erba cipollina
prezzemolo
scorza di 1/2 limone
sale e pepe q.b.


Schiacciate i ceci con una forchetta, anche grossolanamente. Aggiungete il tonno ben sgocciolato e mescolate bene. Incorporate la crescenza caprina, molto più leggera e magra di quella vaccina! Aiuterà ad amalgamare il tutto dando un'irresistibile consistenza cremosa al vostro impasto. Erba cipollina e prezzemolo tritati, e scorza di limone gratuggiata conferiranno freschezza. Salate e pepate a piacere. Inumidite le mani e create tante palline che andrete a ricoprire con un mix di pangrattato e sesamo. Teglia rivestita di carta forno e forno caldo (200°). 10-15 minuti di cottura. Servire calde o tiepide.

Buon appetito,

M.




martedì 27 maggio 2014

Torta al cioccolato senza farina e senza burro: 3 modi per servirla!

Sono tutta sporca di cioccolato fuso, ho fatto un pasticcio sul tavolo con il frullino: ma che soddisfazione! Una ricetta, una torta al cioccolato, a cui mancano due ingredienti: il burro e la farina. Un dessert ideale anche per i vostri ospiti celiaci o intolleranti ad alcuni tipi di farina.
Ho pensato a tre modi per servirla, con la frutta fresca, con una coulis di frutti di bosco e con una spolverata di zucchero a velo e qualche fogliolina di menta.
E' una torta al cioccolato soffice e morbida, ottima se fatta riposare in frigorifero e offerta in uno di quei pranzetti all'aria aperta a cui non riuscirei a resistere!

INGREDIENTI
per una teglia di alluminio da plumcake

70 grammi di zucchero di canna; 
2 uova;
100 grammi di ricotta fresca;
100 grammi di cioccolato fondente;
1 pizzico di sale.



Coulis di frutti di bosco: un tocco di praticità! E' sufficiente qualche cucchiaio di marmellata, anche senza zucchero, fatta sciogliere qualche istante nel microonde.



Con una spolverata di zucchero a velo, al profumo di menta.



Con la frutta fresca che più vi piace: io la adoro con kiwi,  pesche e perché no, con qualche fettina di ananas!


PREPARAZIONE

Montate gli albumi con un pizzico di sale con l'ausilio di un frullino elettrico. Montateli per bene fino a farli diventare ben fermi e spumosi.
Sbattete i tuorli con lo zucchero e la ricotta. Aggiungete il cioccolato fuso precedentemente a bagno maria o nel forno a microonde!
Una volta che la crema al cioccolato è ben amalgamata aggiungete l'albume e incorporatelo con delicatezza con movimenti dall'alto verso il basso.
Versate tutto in uno stampo da plumcake (quelli di alluminio sono comodissimi!). 
In forno per trenta minuti a 170-180 gradi. Lasciate cuocere con calma, controllando di tanto in tanto. Sfornate e lasciate raffreddare prima di togliere dallo stampo. Se preferite, conservate la torta in frigorifero: anche fredda è buonissima, forse anche di più!

Buon appetito a tutti, 
F.

lunedì 26 maggio 2014

LA JOLIE BERGERE: un concentrato di Valle d'Aosta in mezzo al nulla

Oggi vi racconto di una tappa obbligata se siete in zona La Salle-Courmayeur, che voi siate in compagnia di amici o, come nel mio caso, della vostra dolce metà. E' un posto romanticissimo, sperduto tra foreste e cascatelle a circa 1800 metri di altitudine, raggiungibile (neve permettendo) anche in inverno. Dopo una mezz'ora di panorami mozzafiato partendo dal centro di La Salle raggiungerete la frazione Planaval, un vero e proprio paradiso in mezzo a montagne e caprette. Non potete sbagliare, la strada termina di fronte a questo caratteristico hotel di charme-ristorante in baita, un vero tuffo nel passato grazie all'attenzione per i dettagli e nel mantenere l'atmosfera e i materiali originari. Nessuna pacchiana imitazione dei tempi andati, ma quasi un museo, omaggio alla tradizione valdostana.
Mentre verrete fatti accomodare dal personale cordiale e molto giovane, non potrete fare a meno di ammirare l'ambiente rustico e caldo, ricco di cimeli del passato e attrezzi contadini.



Mughetti profumatissimi, lume di candela e pane nero al tavolo, il menu degustazione comincia con gli antipasti. 5 portate ben dosate di prodotti del territorio di altissima qualità, alcuni rivisitati in maniera molto originale, come i classici vol au vent, in cui base di sfoglia e fonduta di fontina vengono racchiuse in un anello di croccante prosciutto affumicato. Oppure il Seras, pregiato formaggio cremoso della tradizione castellana, servito a "pallina di gelato" su una fetta di arancia, con cipolla glassata al balsamico. O ancora, le intramontabili ed onnipresenti castagne con riccioli di burro. Ma il burro sa di mucca e le castagne sono arricchite con polline di fiori.

Salumi misti del territorio (mocetta, coppa, crudo e salame), focaccine alle erbe e fontina d'alpeggio, con mandorle tostate.

Vol au vent alla fonduta di Fontina e crudo affumicato.

Seras con arancia candita, cipolla glassata al balsamico e nocciole.

Manzo con salsina alle nocciole e pistacchi.

Castagne al miele con polline di fiori e burro d'alpeggio.

Dopo una breve pausa, si prosegue con il primo. Tra crespelle alla valdostana con asparagi, tagliatelle integrali con ragù di capriolo e riso rosso con fonduta e crostini di pane nero croccante, io e Luca (si, le Amicheperlepenne hanno il fidanzato con lo stesso nome) abbiamo scelto quest'ultimo. I chicchi sono sodi e saporiti, cremosissima ma leggera la fonduta, che spesso risulta stucchevole a dir poco. Apprezzabile l'abbinamento con i crostini (molto cerealosi), il tocco croccante che amo tanto.

Riso rosso alla fonduta di Fontina con crostini di pane nero.

Abbiamo poi assaggiato due secondi: maialino alla birra e stufato di cervo al Pinot Noir, accompagnati da polenta classica. Cervo davvero ottimo, con una cremosissima salsa al vino. Personalmente non amo il maiale, per cui non l'ho assaggiato, ma il mio compagno di merende ha fatto il bis, ringraziandomi più volte per avergli fatto conoscere questo posticino. Direi che è una garanzia. 

In primo piano, cervo al Pinot Noir con granella di Nocciole.

Polenta.

Dulcis in fundo, i dolci: anche la panna cotta sa di mucca, e trovo la cosa davvero meravigliosa.   Amo le mucche. Come topping ho scelto una salsa ai lamponi e menta fresca. Luca ha preferito una fetta di crostata ai mirtilli.

Panna cotta con salsa di lamponi e menta.

Crostata di mirtilli.

Per finire, amaro alla menta offerto dalla casa. 

Ad accompagnare le portate una ricca carta dei vini e numerose birre artigianali. 
Credo che questo locale sia la quintessenza della tradizione gastronomica valdostana, con un rapporto qualità prezzo tanto invitante quanto le portate. Il menu degustazione (5 antipasti, 1 primo, 2 secondi con contorno di polenta, dolce, caffè) costa 33 euro. I prezzi alla carta sono 15 euro per gli antipasti, mediamente 10 per i primi e 15 per i secondi. 
Concedetevi una cena con i fiocchi, ne uscirete sazi e felici e le papille gustative vi ringrazieranno. 
Non avete scuse, qui sotto c'è il biglietto da visita...


LA JOLIE BERGERE
Località Planaval, 11015 La Salle (AO)
info@lajoliebergere.com
Uno scorcio al tramonto.

N.B. Mi scuso per la scarsa qualità delle immagini, ma nel rispetto di chi è con me e degli altri commensali, cerco di scattare con la massima rapidità e discrezione utilizzando l'iphone. 


A presto, 
M.

venerdì 23 maggio 2014

Ristorante Balmone a Maggiora: io ci farei un "salto"!

Sui miei appunti di…assaggio, trovo frasi dalla straordinaria empatia (come no!), degne di una promoter di frullatori da televendita: non sapate dove organizzare una cena tra amici? Cercate il giusto punto di incontro tra buon cibo e un ambiente piacevolmente bizzarro? Non riuscite a convincere la vostra fidanzata che il mondo del motocross ha il suo fascino?
Bene, meglio mettere da parte la mia candidatura come venditrice di materassi e iniziare a rispondere a tutti questi quesiti!
La risposta è una sola e si chiama Balmone: chi è appassionato di motocross sa arrivarci meglio di me perché, con le sue ampie vetrate, domina la pista di motocross di Maggiora dove, lo scorso anno, si è tenuto il mondiale.
Un ambiente semplice ma ricco di dettagli curiosi, una bicicletta appesa al muro, un galletto segnavento con soprammobile, vecchi bauli come piani d'appoggio, chicche di modernariato un po' ovunque.
All'esterno una bella piscina per l'estate!
Mi soffermo ancora qualche istante sulle scelte di arredamento: tavoli e sedie di legno apparecchiati con semplici e pratiche tovagliette di carta, all'americana; lampadine che scendono dal soffitto senza paralume (mi piace un sacco come idea, a voi?), una motocicletta all'ingresso.


Quando ci siano stati non c'erano clienti, sarà che era inizio aprile, sarà che era una domenica: siamo stati coccolati di attenzioni. Io vi consiglio di farci un "salto", per rimanere in tema di motocross. In coppia, in famiglia o con gli amici: ci sono infatti tavoli più o meno grandi così da poter accogliere al meglio anche gruppi numerosi.

Cosa si mangia? Vi parlerò delle mie scelte e vi mostrerò le foto di ciò che ha scelto il mio fedele accompagnatore: spesso basta un'occhiata furtiva per capire se è tutto buono!
Una tartare di manzo piemontese, olio e sale con verdure di stagione; la carne era veramente buona, morbida e tenera: apprezzo quando è condita con solo olio e sale (io, una spolverata di pepe la metto) e le verdurine erano belle croccanti , dai colori molto vivaci e tirate a lucido dall'olio.
Per secondo ho scelto il filetto di salmone norvegese al vapore con tartara e crudità di verdure. Qui ho qualche appunto in più: il salmone era molto buono così come le verdure, non amo le salse (non mi piace la tartara e l'ho lasciata da parte, nessun problema). Non mi è piaciuta, e posso estendere l'osservazione anche al mio antipasto, la grande quantità d'olio d'oliva utilizzata. Un filo d'olio è sufficiente per insaporire e condire senza appesantire il piatto: ma sapete cosa vi dico? Ogni tanto succede anche a me, mi scappa la bottiglia e innaffio l'insalata!
Ultima cosa, sicuramente marginale rispetto all'ottimo sapore dei piatti, le decorazioni: io le fette di limone come decorazione non le sopporto tantissimo, soprattutto dove, secondo me, il limone non ci va (vedi bauletto di sfoglia con gamberi).

Baule di sfoglia con gamberi alla paprika dolce, euro 11.

Tartare di manzo piemontese, olio e sale, con verdure di stagione. Euro 12.

Salmone norvegese al vapore con salsa tartara e crudità di verdure. Euro 16.

Hamburger di fassone con patate del Balmone. Euro 12.

In conclusione non posso che consigliarvi questo posticino: particolare la location e il fatto che l'intero locale goda di una vista spettacolare su tutta la pista sottostante e sulla campagna limitrofa, il cibo buono , semplice e gustoso; il personale è veramente gentile e premuroso.
Io ci farò ritorno, magari in una domenica pomeriggio di sole, così da poter approfittare della bella piscina nel giardino! E' possibile fare aperitivi e organizzare eventi.
Dal sito (QUI) potete trarre moltissime informazioni in più, dare un'occhiata alle immagini e consultate il menù.

BIGLIETTO DA VISITA
Ristorante Balmone
Via Fornaci 6
Maggiora, (NO)
0322 87474

A presto, 
F.
(P.S. sono stata qui a cena, domenica 6 aprile 2014)

giovedì 22 maggio 2014

Della serie Kusmi Tea: #3 Il Tea-cake alla rosa

Oggi vi parlo di un nuovo, profumatissimo tè: il tè verde alla rosa. Sa di primavera, è femminile ed è pieno di petali disidratati che a contatto con l'acqua calda sprigionano la loro splendida fragranza. In questo caso non parliamo di tè come semplice accompagnamento ad un dolce, ma anche come ingrediente di un soffice plumcake che, fetta dopo fetta, rilascerà delicate note floreali, in un goloso connubio con la marmellata di mirtilli. Potete usare quella che preferite, ma trovo che l'accoppiata 'rosa-frutti di bosco' sia davvero piacevole. Una fetta di Tea-cake, una tazza di tè (a me piace molto anche freddo) e il vostro libro preferito saranno gli ingredienti di un rilassante tardo pomeriggio.
Tic toc, le 5 o'clock si avvicinano!




INGREDIENTI
250 gr di farina "00"
2 uova
80 gr di zucchero
40 gr di burro
200 ml di infuso di tè alla rosa molto concentrato (200 ml di acqua + 4 cucchiai di tè)
la scorza di mezzo limone
1/2 bustina di lievito
3 cucchiai di marmellata di frutti di bosco
1 pizzico di sale



Preriscaldate il forno ventilato a 180°. Mettete in infusione il tè in acqua bollente per una decina di minuti. Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente. In una ciotola capiente, montate i tuorli con lo zucchero, e il burro, ottenendo una crema soffice, spumosa e di colore giallo chiaro. Montate gli albumi a neve ben ferma con un pizzico di sale. Aggiungete la scorza di limone grattugiata e, a filo, il tè, continuando a montare il composto a velocità media. Incorporate farina e lievito setacciandoli. Mescolate con cura. Aggiungete gli albumi mescolando delicatamente per non smontarli. Versate il composto in uno stampo da plumcake. Io ne utilizzo uno in silicone che non richiede ulteriore utilizzo di grassi per evitare che l'impasto rimanga incollato alla forma. Con un cucchiaio e senza mescolare, inglobate nel composto delle gocce di marmellata. Cuocete per circa 45 minuti. 

Buon tè,
M.



mercoledì 21 maggio 2014

Amaranto, filettini di nasello e salsa al pompelmo giallo


Ciao a tutti! Oggi nel nostro ricettario c'è qualcosa di nuovo sotto la lettera A: oggi vi propongo una ricetta che ha come protagonista l'amaranto.
Un passo per volta, ama... che? Amaranto! Di cosa si tratta? Wikipedia mi darà una mano!
L'amaranto è una pianta originaria del centro America, dai chicchi commestibili e usualmente consumati in modi simili ai cereali. Non facendo parte delle graminacee non è un cereale, come non lo sono grano saraceno, quinoa, sago e manioca. Ricco di proteine, fino al 16%, con elevato valore biologico, l'amaranto, rispetto ai cereali, contiene il doppio di lisina, amminoacido essenziale di cui sono carenti quasi tutti i cereali. Ha un elevato contenuto di calcio, di fosforo, di magnesio e di ferro. Grazie, inoltre, all'elevato contenuto di fibre, ha un effetto positivo sulla digestione e sul ricambio. E' privo di glutine e quindi adatto anche a chi è celiaco.

INGREDIENTI:
circa 80 grammi di amaranto crudo per porzione (perderete circa 20 grammi per strada!) ;
un pompelmo giallo;
un cucchiaino di senape;
un cucchiaino di olio d'oliva, meglio se extra vergine;
pepe;
100-150 grammi di filettino di nasello a porzione (è un piatto unico!): io trovo comodissimi anche quelli surgelati, sicuramente il pesce fresco è tutta un'altra cosa!


Dicono di lui: "Secondo gli studi effettuati sulle antiche popolazioni dell'America centrale, l'amaranto era, insieme a mais e quinoa, l'alimento fondamentale per Aztechi ed Incas. Si tratta quindi di un cibo utilizzato sin da tempi antichissimi anche se, per molti anni, è stato messo nel dimenticatoio. Riscoperto negli anni Sessanta negli Stati Uniti, oggi viene coltivato in tutto il mondo. Ricchissimo di nutrienti, le sue proprietà sono ancora poco conosciute in alcuni Paesi, tra cui l’Italia. Viene utilizzato anche a scopo ornamentale".

AMARANTO
Prima di tutto è necessario pensare a lui, l'amaranto. La cottura, specie se non fatta in pentola a pressione, dove si dimezzano i tempi, è piuttosto lunga.
Lavate l'amaranto, eliminando eventuali corpi estranei, sotto l'acqua corrente, con l'aiuto di un colino a maglie strette. Eventuali chicchi più scuri sono tipici del prodotto.
In una pentola calcolate due parti di acqua per ogni parte di amaranto. Laddove l'acqua si assorbisse, ne aggiungerete dell'altra già bollente (io, per esempio, tengo a portata di mano il mio bollitore). La cottura in pentola tradizionale dura quaranta minuti, nei quali dovrete mescolare di tanto in tanto e stare attenti che non si attacchi e bruci.
Una volta pronto lasciatelo tranquillo nella pentola e lasciate che si intiepidisca.



Frutto ricco di fibre e di vitamine A, B,e C e soprattutto flavonoidi, potenti antiossidanti che aiutano il fegato e prevengono l'insorgere di malattie cardiovascolari; nel pompelmo troviamo sali minerali come calcio, fosforo, potassio, magnesio, zolfo, sodio, cloro, ferro, rame. La buccia contiene oli essenziali come il limonene, il citrale ed il pinene che svolgono un'azione antidepressiva.

 SALSA AL POMPELMO GIALLO
Per condire l'amaranto ho pensato ad una salsa al pompelmo, insaporita da senape e pepe. Spremete mezzo pompelmo e versate il succo in una tazza. Aggiungete e amalgamate il cucchiaino di senape, il cucchiaino di olio d'oliva e il pepe macinato.




Il nasello (il cui nome scientifico è Merluccius merluccius) ha carni bianche e delicate, molto apprezzate in quanto magre e facilmente digeribili. Spesso viene chiamato merluzzo, ma in realtà sono due specie distinte!

NASELLO
Il pesce va semplicemente bollito qualche minuto, non troppo perché altrimenti la carne si sfalderà. E' perfetta in questi casi la cottura al vapore!





COMPONIAMO IL PIATTO
Al centro di un piatto disponete una porzione di amaranto, il nasello e qualche fettina di pompelmo tagliato a vivo (io non sono bravissima). Irrorate il tutto con la salsa al pompelmo e senape, un macinata di pepe ancora, ed eccovi il piatto servito!

F.

martedì 20 maggio 2014

Amiche per le penne e il CIBO PER LA MENTE: #1 La grammatica dei sapori

Non crediate che le due Amiche-per-le-penne passino le giornate a mangiare, cucinare, assaggiare, e, a tempo perso, studiare. Leggono anche, in quanto sempre di cibo si tratta, non per lo stomaco ma per la mente. E quale connubio migliore se non libri che parlano di cibo? Abbiamo pensato di dire la nostra anche qui, nella nicchia variopinta dei libri che trattano direttamente, o anche solo come contorno, di gastronomia, di pietanze, di ingredienti, di sapori, di acquolina in bocca e di tavole imbandite. 

Il libro che vi propongo oggi è uno di quei volumi che attirano in primis per la copertina: colorata, semplice, pulita. Ma il vero arcobaleno sta all'interno, tra le 394 pagine bordate di rosa bubblegum.





"La grammatica dei sapori e delle loro infinite combinazioni" è una raccolta ambiziosa di 4851 combinazioni di sapori (ingredienti), partendo da una selezione di 99 prodotti di terra e di mare classificati in 16 famiglie (per esempio "senapati, fruttati cremosi, tostati, ..."). In ogni famiglia di sapori coesistono ingredienti accomunati da qualcosa, a loro volta legati in qualche modo a quelli delle famiglie adiacenti, in una ruota del gusto. 



In questo libro, accanto ad abbinamenti noti, ovvi, deliziosamente banali quali "Cioccolato e Arachide" o "Tartufo e Funghi", arricchiti con cenni storici e letterari, appunti di viaggio personali, suggeriementi dagli chef di tutto il mondo e curiosità, troviamo accoppiate sorprendenti per la nostra cultura o ancora non sondati dal nostro gusto. Un paio di esempi? "Pollo e Rosa" apprezzatissimi nelle cucine di Mongoli e Mori, e ancora "Ananas e Acciuga", ingredienti principali della Mam Nem, tipico dip vietnamita. 


L'autrice Niki Segnit introduce così:
" Una sera, a cena, un amico ha servito un piatto usando due ingredienti che non avrei mai accoppiato. Ma come faceva, mi chiesi, a capire che avrebbe funzionato? [...] Mi serviva un manuale, una Bibbia in grado di aiutarmi a capire come e perché un sapore si accosta ad un altro, i punti che hanno in comune, le differenze. In pratica, un compendio dedicato ai sapori. Ma non esisteva un libro simile e pertanto, con quella che vista a posteriori potrebbe sembrare una commovente ingenuità, ho pensato che avrei potuto provarci io".

È un libro che si presta a due diverse chiavi di lettura, da un lato il manuale da consultare nei momenti di massima ispirazione e follia culinaria, dall'altro un racconto di esperienze che lascia ampio spazio alle impressioni e al gusto soggettivo, anche del lettore. È interessante scoprire nuovi abbinamenti della serie "come ho fatto a non pensarci prima?", così come accostamenti che mai proveremo ma che comunque hanno alle spalle sorprendenti ricerche storico-culturali o lo zampino di qualche chef creativo. 

Se siete curiosi e convinti che gli opposti si attraggano, è la lettura che fa per voi, che voi amiate cucinare o anche solo mangiare.
Se siete convinti che cavolfiore stia a cioccolato come i cavoli a merenda, è la lettura fatta apposta per voi.




COPERTINA

Niki Segnit
"La grammatica dei sapori
e delle loro infinite combinazioni"
Gribaudo editore
ISBN 978-88-580-0440-1
prezzo di copertina 24 euro
shopping online


Buona lettura,

M.

lunedì 19 maggio 2014

polpette di pollo gustose, quando la parola d'ordine è LIGHT!

Sono una golosa cronica e non ho la minima intenzione di guarire ,però mi piace cimentarmi in ricette sane, leggere e (odio la parola che sto per dire) dietetiche: ma che non vogliono e non devono rinunciare al gusto!
Oggi vi propongo delle polpettine di pollo con zucchine e aromi, cotte al forno senza grassi aggiunti, vi dico di più: io non ho neanche sentito la necessità di aggiungere il sale.


Cosa ho usato? (per dodici polpette come le mie)
- Un petto di pollo, circa 500 grammi.
- Una zucchina.
- La buccia di mezzo limone.
- Pepe (tante macinate).
- Sale (ma solo se non potete farne a meno).
- Curcuma, tre cucchiaini.
- Una decina di foglioline di salvia.



Come ho fatto?
Prendete il petto di pollo e tagliatelo in pezzi, se nel vostro ci sono ossa o parti dure eliminatele con cura.
Con l'ausilio di un tritacarne, macinate il pollo e la zucchina.
Aggiungete abbondante pepe, la curcuma (se preferite altre spezie sbizzarritevi!) e le foglioline di salvia tagliate a pezzettini.
Il tocco in più? La buccia di mezzo limone ben grattugiata che darà alle vostre polpette un sapore fresco e aromatico.



Per porzionare le polpette e per comodità io preferisco disporre il macinato, con l'aiuto di due cucchiai, nei pirottini da muffin. Andrà benissimo anche una teglia coperta di carta da forno.


Forno preriscaldato a 180 gradi, venti minuti circa! Queste polpettine sono ottime da sole, straordinarie nelle insalate, deliziose anche fredde!
Buon appetito,
F.

venerdì 16 maggio 2014

Tortina di yogurt quasi light: un microscopico peccato di gola

Per me cucinare qualcosa di light al 100% è una vera impresa, impegno a profusione ma l'ostacolo è sempre in agguato. Per fortuna Francesca è un'esperta in cucina light ma (molto) gustosa, per cui mi perdonerete di certo questa piccola distrazione, questa calorica nota stonata (ma che sta bene con tutto) chiamata Nutella. Considerando che gli altri ingredienti sono light per davvero, un peccatuccio di gola li in mezzo non farà grande scalpore, ma avvolgerà le vostre papille gustative con un morbido abbraccio alla nocciola. Sembra un nuovo spot Ferrero, ma sono solo io in uno dei miei deliri da fame dolce. Concedetemelo, in un mese ci sono una trentina di giorni e alcuni non sono proprio quel granché (shhh, sono cose da ragazze!). Se la coscienza non è del tutto a posto, potrete sostituire la Nutella con le alternative ipocaloriche (alcune sono davvero ottime). 
Bando alle ciance, è il momento di darvi la ricetta di questo piccolo peccato di gola da condividere con qualcuno di speciale. Perché si sa, peccato confessato, mezzo perdonato.

                             



INGREDIENTI per 2 persone
180 gr di yogurt magro
7 biscotti di cereali integrali al cacao
2 cucchiai rasi di Nutella
1 foglio di gelatina (2 grammi)
fragole

a piacere un cucchiaino di zucchero per la crema


PREPARAZIONE

tritate i biscotti e aggiungetevi un paio di cucchiaini di yogurt magro, creando una granella leggermente umida. Prendete una piccola tortiera apribile o un grande stampino rotondo, foderatene i bordi con un cilindro di carta forno e create un fondo di biscotti spesso circa un centimetro e molto compatto. Fate riposare in frigorifero per una mezz'ora. Sciogliete la crema al cioccolato (Nutella o suoi simili) a bagnomaria ed incorporatevi la gelatina precedentemente ammollata (per 10 minuti) e ben strizzata. Mescolate il tutto per sciogliere la gelatina. In una ciotola unire la crema allo yogurt, zuccherando a piacere. Personalmente ho evitato di aggiungere ulteriore zucchero, è già delicatamente dolce grazie alla Nutella, e io non amo i dolci troppo dolci. Dopo aver detto dolce 87 volte, vi dico: fate vobis! Versate la crema nello stampo, livellate picchiettando sul piano di lavoro e fate rassodare in frigorifero per almeno 2 ore. Una volta trascorse, potrete sformare delicatamente il dolce. Fate molta attenzione, non è un cheesecake, lo yogurt è molto più liquido rispetto al formaggio cremoso! Decorate con le fragole secondo ciò che vi suggerisce la vostra fantasia, sperando che vi assista più di quanto ha fatto con la sottoscritta.

Buon dolce (88),

M.