
Metti una domenica di sole, metti un compleanno da festeggiare, metti la fame di cose genuine, la voglia di contatto con la natura e di sapori tradizionali. I sapori che si ritrovano in quei piatti collaudati, perfezionati negli anni e proposti in un grazioso menu scritto a mano, diventando simbolo di un locale caldo, famigliare, accogliente. Un numero ristretto di proposte, garanzia di ricerca della massima qualità, disponibili alla carta come in un menu degustazione che comprende una decina di antipasti, primo, secondo, dolce e caffè (ottimo il rapporto qualità/prezzo, parliamo di 22 euro bevande escluse). Se si è un bel gruppetto, vi è la possibilità di assaggiare più primi tra quelli proposti. Note positive: la gentilezza e simpatia dei proprietari, Cinzia e Piero, che da quasi vent'anni portano avanti il loro progetto con passione e dedizione, affiancando all'attività di ristorazione, quella di allevamento e produzione. Il tutto, partendo da un'antica fornace di Maggiora (da qui il nome dell'agriturismo), ristrutturata e valorizzata mantenendo lo stile e i materiali originari, incastonata in un bellissimo paesaggio di collina con tanto di laghetto.
Ma passiamo al punto focale: il cibo. Cominciando dagli antipasti, si segnalano un tris di affettati di produzione propria: pancetta, salamino e lardo, accompagnati da focaccia fatta in casa, del bianco di tacchino con bagna freida (sottili fette di tacchino ricoperte dal tipico intingolo piemontese a base di acciughe, aglio ed olio extravergine d'oliva, in versione fredda), una terrina di fagioli bianchi con cipolla e peperoni rossi, delle fettine di quiche, crostoni caldi al lardo aromatizzato all'aglio. Ultimo dell'elenco, ma primo nella mia classifica personale (ormai da vent'anni), sformatino caldo di spinaci con crema di gorgonzola. Non siete soddisfatti? Niente paura, potete fare il bis.
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gli antipasti |
Tra i primi abbiamo scelto garganelli al ragù di agnello e paniscia (da me molto apprezzata in quanto delicata e primaverile, grazie alla ricchezza di verdure).
I secondi ordinati spaziano dal carpaccio di bovino piemontese (produzione propria) con scaglie di Grana ed olio tartufato, al brasato (ricoperto dalla sua salsina) con patate al forno, fino alla semplicità disarmante ma sempre rassicurante della polenta con gorgonzola.
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primi e secondi |
Buona la scelta dei dolci, tra i quali segnalo la panna cotta (deliziosa come quella fatta in casa, proprio perché fatta in casa), il bunet, baluardo della tradizione piemontese, e il semifreddo alle nocciole.
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i dolci |
Ad accompagnare il tutto, una discreta carta dei vini, prevalentemente del territorio.
Tirando le somme, l'Agriturismo La vecchia fornace entra di diritto tra i miei locali preferiti nella zona, grazie alla cucina semplice ma di qualità, all'ambiente familiare ed alla sempre crescente attenzione verso la produzione a chilometro zero (quasi totale), aspetto che va senz'altro premiato, insieme al rispetto della tradizione e dei prodotti del territorio.
Azienda Agricola "La vecchia fornace"
(Aperto il Venerdì e Sabato sera, la Domenica pranzo e cena)
Ho pranzato presso 'La vecchia fornace' Domenica 16 marzo 2014
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